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CAPITOLO 1
CHI È LO PSICOLOGO?
 

CAPITOLO 2
PERCHÉ INIZIARE UN PERCORSO?

Chi è lo psicologo?

Lo psicologo è, prima di tutto, un esperto della relazione. Risulta iscritto ad un albo professionale e segue un codice deontologico. ha concluso studi approfonditi e mantiene costantemente aggiornata la sua conoscenza. La sua presenza nella vita delle persone non si riduce a un intervento clinico, ma diventa un incontro trasformativo. La sua funzione non è riparare ciò che è rotto, ma accompagnare ciò che sta evolvendo. In un mondo dove l’ascolto autentico è sempre più raro, lo psicologo rappresenta uno spazio in cui si è visti, riconosciuti e accolti.

In questo contesto, il suo obiettivo è aiutare individui, coppie e gruppi a diventare più consapevoli di sé e degli altri, ad abitare con più pienezza il proprio sentire, a ritrovare senso. In altre parole, lo psicologo è un facilitatore del cambiamento: aiuta a imparare ad ascoltarsi, a immaginare nuovi futuri, a costruire percorsi più autentici di vita.

Discussione della sessione di terapia

Il Lavoro su sé stessi

Lo psicologo, pur potendo accogliere la sofferenza, non si limita ad analizzarla. Il suo intervento non è rivolto solo al passato, ma soprattutto al presente e al futuro. Lavora per potenziare ciò che già c’è, per rendere visibili possibilità rimaste in ombra. Chi sceglie di andare dallo psicologo spesso lo fa perché sente che “qualcosa” dentro non torna, o perché vuole più di ciò che ha. Questo non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e di investimento su di sé.

Lo psicologo è lì per attivare quelle forze che talvolta si perdono nel rumore quotidiano, e con l’esercizio costante delle proprie abilità è possible effettuare cambiamenti molto grandi. Quando si riaccende il desiderio, si rimettono in moto le energie, si ritrova il movimento. In questo senso, il lavoro psicologico è un processo profondamente creativo sia per il corpo che per mente.

Scegliere e cambiare

Non esiste un manuale per vivere. E spesso ciò che ci accade non ha una spiegazione logica. Ma quando ci si concede di raccontare tutto, senza filtri, sapendo che dall’altra parte c’è qualcuno che ascolta in silenzio e senza giudizio, può emergere qualcosa di nuovo.

L’incontro con uno psicologo diventa allora un’esperienza rara: uno spazio in cui si è autorizzati ad essere, anche nelle proprie insicurezze. In quell’ascolto si apre una possibilità trasformativa. Si impara a stare nella propria verità, anche quando fa paura. E forse è proprio lì che inizia il cambiamento.

Trova la tua strada

“L'uomo è l'unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere.”

Erich Fromm

Quando ci si trova davanti a un bivio, spesso si crede che analizzare razionalmente tutte le variabili sia il modo più efficace per scegliere. Ma il pensiero logico, da solo, non basta. A volte, è proprio l’eccesso di analisi a bloccarci.

La mente si affolla di pensieri, il corpo si irrigidisce, e tutto sembra più confuso. In questi momenti, una via possibile è fermarsi, prendere distanza e ascoltare. Lasciare che emerga una risposta più profonda, che non viene dalla testa ma da un’intelligenza corporea, incarnata. Questa è la bussola che può guidare una scelta più autentica, più viva.

 

PERCHÉ INIZIARE UN PERCORSO?

Un percorso per sviluppare le capacità che rendono la vita più abitabile

Molte persone prendono in considerazione la terapia quando qualcosa diventa troppo: un sintomo che non passa, una relazione che fa soffrire, un’emozione che travolge o un senso di blocco che limita le scelte. Spesso la domanda iniziale è:                                                      “Cosa c’è che non va in me?”

Il modello che propongo durante il percorso, basato sulle conoscenze integrate dei più recenti manuali sulla salute mentale (DSM-5-tr, PDM-2), suggerisce uno sguardo diverso, più rispettoso e più utile al cambiamento. Invece di concentrarsi solo sui sintomi o sulle etichette diagnostiche, invita a guardare come una persona funziona psicologicamente: come sente, come si regola, come si relaziona, come dà senso a ciò che le accade. Questo insieme di capacità è descritto molto bene nell’Asse M del PDM-2, cuore del lavoro orientato al potenziamento delle proprie risorse personali.

Iniziare un percorso, da questa prospettiva, non significa “aggiustare qualcosa di rotto”, ma sviluppare funzioni mentali che permettono di stare meglio con se stessi e con gli altri nella vita di tutti i giorni.

1. Risolvere un problema è solo uno dei possibili obiettivi che posso avere nel mio percorso con lo psicologo. Solitamente è il primo passo!

Quando il problema non è ciò che provi, ma come riesci a starci

Molte difficoltà psicologiche non dipendono dall’intensità delle emozioni, ma dalla fatica nel tollerarle. Alcune persone vivono emozioni che esplodono e sembrano impossibili da contenere; altre, al contrario, faticano a sentirle e si muovono in uno stato di vuoto o distacco. In entrambi i casi, il problema non è l’emozione in sé, ma la mancanza di strumenti per stare con ciò che si prova senza esserne travolti o senza doversene difendere.

La terapia lavora proprio qui: crea uno spazio sicuro in cui le emozioni possono emergere, essere riconosciute e gradualmente regolate. Non attraverso tecniche imposte dall’esterno, ma attraverso una relazione che rende l’esperienza emotiva più pensabile e meno minacciosa. Con il tempo, ciò che prima sembrava ingestibile diventa più tollerabile, e la persona acquista maggiore libertà nelle proprie reazioni.

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