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Genio e dipendenza: il rapporto tra Freud e il fumo

Aggiornamento: 2 giorni fa

Psicologo Marco Zuccon - Psicologo Clinico

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Dietro la facciata del grande maestro, anche  Freud era un uomo come noi, e come tutti noi nascondeva un'umanità complessa, fatta di luci e ombre, desideri e conflitti. Le nostre vite sono un continuo intrecciarsi di esperienze che modellano i nostri pensieri e le nostre azioni. Anche Freud, nella sua genialità, non ha fatto eccezione. Le sue lotte personali hanno inevitabilmente influenzato il suo pensiero e le sue teorie e scoprirle ci consente di andare oltre il personaggio ed esplorare a nostra volta la sua psiche.

Uno dei suoi conflitti più significativi, che avremo il piacere di conoscere oggi fu la sua relazione con il tabacco, che iniziò a fumare a 24 anni sotto forma di sigarette, passando poi ai sigari, e che divennero una parte iconica della sua immagine pubblica.

Nel corso della sua vita, Freud cercò più volte di smettere di fumare, ma spesso senza successo. Questa battaglia contro la dipendenza fu profondamente legata al suo stato di salute, che includeva episodi di sintomi cardiaci preoccupanti, e che infine, lo portò morte, allettato tra atroci sofferenze.


La Relazione con Fliess


Uno degli aspetti più affascinanti di questa storia, per sua natura tanto tragica quanto interessante, è la corrispondenza tra Freud e il suo amico e collega Wilhelm Fliess. La storia che vi sto narrando deriva dal libro di Max Shur, intitolato “il caso di freud”, in cui esplora la vita e i lati oscuri del fondatore della psicoanalisi grazie a parte, ciò che rimane, della corrispondenza privata. Freud infatti prima della sua morte distrusse e richiese di distruggere le sue lettere private, intimorito che una conoscenza più approfondita dell’”uomo” che stava dietro allo psicoanalista, avesse potuto ledere al suo contributo teorico. “un pazzo” pensiamo oggi, e non abbiamo tutti i torti. Anni di appunti, confidenze, emozioni trascritte su carta e discussioni di natura tecnica sullo sviluppo delle sue tesi sono state così, in un’attimo, andate perdute. Ma non tutte. Grazie a questi “sopravvissuti”, ci è possibile approfondire questa storia, una storia che fa riflettere e ragionare. Freud ci mostra come il genio è spesso tormentato, e che dietro a ogni grande uomo si nascondono altrettante grandi insicurezze.

Fliess era un otorinolaringoiatra, ma Freud lo considerava anche una figura di fiducia e un confidente. Questa relazione influenzò profondamente Freud, non solo a livello professionale ma anche personale.

In mezzo alle chiacchere e a qualche discussione sui loro hobby, Freud utilizzava le lettere per descrivere i suoi sintomi a Fliess per ricevere una possibile diagnosi e consiglio medico. Era ancora giovane, e il suo caso era ovviamente di interesse per lo stesso Fliess, che non rinunciava a profondi ragionamenti e ipotesi a cui seguivano complimenti e ringraziamenti da parte di Freud.  Riportava emicranie, sintomi gastrointestinali e soprattutto disturbi cardiaci che egli attribuiva, almeno in parte, al fumo. Fliess, dal canto suo, insisteva che Freud dovesse abbandonare il tabacco, vedendo nella nicotina un possibile aggravante, se non la causa principale, dei problemi cardiaci di Freud.

Il dottore, come tutti i buoni dottori dovrebbero fare, consiglia fortemente a freud di smettere, ma, come possiamo leggere in questa lettera, la sfida si dimostra da subito difficile: "Non sto rispettando il tuo divieto di fumare; davvero consideri un grande vantaggio vivere molti anni nell’infelicità?".

Questa frase riflette la tensione interna tra il desiderio di una vita più lunga e il costo psicologico dell’astinenza, per freud, in quel momento, una vita senza tabacco era addirittura non degna di essere vissuta, fonte di infelicità. La sua dipendenza è forte fin da subito, e non è difficile capirlo dalle parole che usa.


Le Prime Lettere e i Sintomi Cardiaci


Nel 1893, iniziò a manifestare sintomi cardiaci seri, come aritmie e oppressione al petto, che lo portarono a confrontarsi con la possibilità di avere una malattia organica. In una lettera del 1894, commentò la sua condizione, in apparenza migliorata, con queste parole:

"Per tre settimane non ho avuto nulla tra le labbra. Posso ora osservare gli altri fumare senza invidia e concepire l’idea di vivere e lavorare senza fumo. Tuttavia, la miseria legata all’astinenza è stata inaspettatamente grande."

Il peso dell’astinenza era parecchio, il suo corpo ne risente, e lui inizia a fantasticare diagnosi sui suoi sintomi fisici, evitando in tutti i modi il problema reale. Nonostante i miglioramenti iniziali, riporterà l’idea che l’abbandono del fumo abbia peggiorato i suoi sintomi cardiaci, senza comprendere gli inevitabili sintomi iniziali di astinenza, che ovviamente sarebbero spariti alla prima boccata densa di fumo dei suoi amati sigari. 

"La miseria cardiaca è peggiore di prima, accompagnata da visioni di morte e addii."


Il Culmine della Crisi


Nel 1894, Freud visse un periodo particolarmente difficile. Descrisse i suoi attacchi come segue:

"Aritmia violenta, tensione e oppressione costanti nel cuore, bruciore che si irradia nel braccio sinistro, dispnea e depressione persistenti. Mi sento un uomo battuto."

Questi episodi lo portarono a una riflessione profonda sulla relazione tra il fumo e la sua salute. Nonostante i consigli ripetuti e costanti di Fliess di smettere, Freud continuava a convincersi sempre più che i suoi problemi fossero legati a una condizione organica e non alla nicotina. In quel momento, la sua identità e la sua routine erano indelebilmente associate al fumo. E lui era in trappola.

Da una parte i sintomi di astinenza, dall’altra i problemi cardiaci.

"Soffro terribilmente senza il tabacco. L’astinenza mi ha privato del piacere di vivere e della capacità di lavorare."


La Teoria di Fliess e le Contraddizioni


Fliess sosteneva che i sintomi cardiaci di Freud fossero causati dal fumo, ma Freud rimaneva scettico. In una lettera confessò:

"Non attribuisco i miei problemi al veleno della nicotina. Ho visto pazienti con gli stessi sintomi che non hanno mai fumato. Credo che si tratti di una miocardite cronica."

Questa tensione tra le ipotesi di Fliess e l’interpretazione di Freud lo spinse a trovare un compromesso per non far irritare l’amico e incrinare il loro rapporto a causa di una “divergenza di idee”… o come potremmo dire noi, di una stupida convinzione irrazionale atta a permettere e giustificare un comportamento disfunzionale. Decise allora di ridurre il consumo, senza però rinunciare completamente ai sigari.


L’Impatto sulla Vita e sul Lavoro


Questa battaglia profonda con i suoi demoni interiori ebbe un impatto significativo sul suo lavoro. Durante i periodi di astinenza, lamentava una riduzione della sua capacità di concentrazione e produttività. Scrisse: "Il sigaro non è solo un piacere, ma uno strumento essenziale per intensificare la mia capacità di lavoro e mantenere il controllo emotivo."

Nonostante tutti gli avvertimenti e le promesse, Freud non abbandonò mai completamente il fumo, continuando a usarlo fino alla fine della sua vita, anche dopo la diagnosi di un carcinoma al palato negli anni successivi, e dimostrando quanto la sua personalità fosse immischiata nella dinamica della dipendenza.


Riflessioni Finali


Questa storia non è solo un resoconto della battaglia di Freud contro una dipendenza, ma anche una finestra sulla complessità della sua personalità. La sua ambivalenza, la ricerca della verità e il tentativo di bilanciare piacere e dovere riflettono i temi centrali della psicoanalisi stessa.

Le sue lettere rivelano la vulnerabilità di un uomo che, nonostante il genio, era profondamente umano nelle sue lotte personali.

La battaglia di Freud contro la nicotina ci ricorda che anche i più grandi pensatori della storia hanno affrontato sfide personali.

Questo aspetto della sua vita non sminuisce la sua grandezza, ma anzi la rende ancora più affascinante.

 




 Anche tu hai problemi con il tabacco o altre sostanze stupefacenti? Cambiare è possibile, anche se richiede molto impegno.


Se ho già fallito molte volte, sono ricaduto, non sono riuscito a mantenere la mia parola, significa che non ho alcuna possibilità?


Una possibilità esiste sempre:

Come possiamo fare qualcosa se nessuno ci ha mai aiutato a capire come farla?


Fumare è una scelta, cambiare è la prova della nostra capacità di esercitare libertà di scelta
Fumare è una scelta, cambiare è la prova della nostra capacità di esercitare libertà di scelta

Il percorso richiede una profonda messa in discussione di sé stessi per capire le proprie dinamiche interiori e non è detto vada a buon fine. Spesso conosciamo bene i nostri punti di debolezza e i problemi che dobbiamo affrontare. Ci ripetiamo costantemente le nostre mancanze, ma non ci fermiamo a ragionare sui nostri punti di forza, sui nostri piani B per ricominciare a dare un valore alla vita di tutti i giorni.

Il percorso che faremo assieme comprende una fase di comprensione del problema, in cui assieme andremo a renderci conto della gravità e delle possibilità di intervento; valuteremo la necessità di un supporto ambulatoriale, farmacologico o residenziale considerando e approfondendo tutte le possibili alternative in modo sartoriale e condiviso. Tu rimani al centro.

Successivamente inizieremo a ragionare assieme riguardo al cambiamento, proveremo diverse strategie e sulla base dei risultati modificheremo il percorso con il fine di raggiungere i tuoi obiettivi.




Psicologo Marco Zuccon - Psicologo online e in presenza.


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