Riflessioni sulla Dipendenza: oltre la sostanza, verso la relazione
- Marco Zuccon
- 3 ago
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 2 giorni fa
La narrazione ideologica della dipendenza
Ancora oggi, il discorso pubblico sulla dipendenza da sostanze è spesso viziato da visioni ideologiche e superate, che non riflettono la complessità del fenomeno. La dipendenza viene talvolta narrata come una conseguenza lineare e diretta dell'assunzione della sostanza, riducendola a una colpa o a un vizio. Questa visione semplicistica non solo è scientificamente infondata, ma è anche dannosa per chi la subisce. Lo stigma è dietro l'angolo e la caduta in sottogruppi "di supporto e condivisione" devianti possono portare ad un estremizzazione di comportamenti prima vissuti con normalità, con molteplici conseguenze negative per l'individuo.
Il problema è intrinsecamente complesso, determinato da molteplici fattori e caratterizzato da conseguenze variegate, tali da rendere ogni caso unico e difficilmente generalizzabile. È necessario quindi un approccio integrato, capace di includere aspetti biologici, psicologici, relazionali e sociali. In quest’ottica, la dipendenza non può essere ridotta a un solo fattore scatenante, né tantomeno a una debolezza morale.

Aspetti neurobiologici, psicopatologia e vulnerabilità individuale
La sostanza, di per sé, non è la causa unica della dipendenza. È altamente improbabile che la sola esposizione possa generare una dipendenza patologica, in assenza di vulnerabilità individuali o di contesti favorevoli allo sviluppo del disturbo. Le sostanze, a partire da uno stimolo chimico comune, producono un'effetto psicologico unico e soggettivo in ogni persona: la loro azione e il modo in cui si integreranno nell'esperienza dell'individuo è profondamente influenzata dal suo contesto interno — cioè dalla sua struttura psichica, dallo stato emotivo e dalle eventuali fragilità neuropsicologiche — e da quello esterno, come relazioni e ambiente che lo circondano.
Una parte dei pazienti con una dipendenza presenta una sofferenza psichica preesistente, spesso non diagnosticata. Si tratta di disturbi ansiosi, dell’umore, psicotici, oppure ADHD o disturbi borderline, diagnosticabili o sotto soglia, per citarne alcuni. La sostanza diviene uno strumento di automedicazione, un tentativo — inizialmente efficace — di lenire una sofferenza intollerabile o migliorare funzioni compromesse. Il comportamento di uso o abuso si pone come una strategia che l'individuo può mettere in atto per affrontare determinate situazioni e in base ai risultati e alle aspettative individuali può far ripetere o interrompere l'esperienza.
Relazione sostanza-individuo: non l’oggetto, ma il legame
Demonizzare la sostanza non è utile. È molto più efficace analizzare la relazione che l’individuo costruisce con essa. Non si tratta dell’oggetto in sé, ma del significato che assume nella vita della persona: conforto, regolazione emotiva, stimolo, identità. Questo legame, quando si struttura in forma rigida e totalizzante, può diventare patologico. Non è la sostanza a creare dipendenza, ma la funzione che essa assume nel vissuto soggettivo.

Identità e dipendenza: un circolo vizioso di senso
Il concetto di identità che la persona ha di sé e i processi di auto-percezione che utilizza per esperirsi sono centrali nella comprensione del comportamento disfunzionale. Spesso la persona dipendente sviluppa una narrativa in cui la sostanza diventa parte integrante della propria identità, fino a sovrascrivere ogni altro significato o funzione. La dipendenza diventa il modo che ha imparato per vivere se stesso, e che si è solidificato fino a diventare parte integrante della sua identità, in questo modo non avrà più di fronte a se alternative possibili. Deve imparare nuovamente a vivere a concepirsi come essere umano libero, pronto ad accogliere le possibilità e a rispondere in modo flessibile.

Dal sintomo — verso la cura
La buona notizia è che il cervello è plastico: può cambiare, riorganizzarsi, apprendere nuove modalità. Così come è possibile sviluppare un comportamento disfunzionale, è possibile anche disimpararlo. Ma questo processo richiede tempo, pazienza, co
ntesto favorevole e una rete di supporto che non giudichi ma accolga, guidi e contenga.
Comprendere la dipendenza significa riconoscere che essa non nasce dalla sostanza in sé, ma dalla relazione che l’individuo instaura con essa. È questa relazione, mediata da sofferenza psichica e carenze motivazionali, a rendere la sostanza un rifugio e infine una trappola. Tuttavia, la neuroplasticità ci ricorda che nulla è immutabile: attraverso la giusta combinazione di psicoterapia, farmacoterapia e supporto sociale, è possibile trasformare un destino appreso in un nuovo equilibrio possibile.
Anche tu hai problemi con il tabacco o altre sostanze stupefacenti? Cambiare è possibile, anche se richiede molto impegno.
Se ho già fallito molte volte, sono ricaduto, non sono riuscito a mantenere la mia parola, significa che non ho alcuna possibilità?
Una possibilità esiste sempre:
Come possiamo fare qualcosa se nessuno ci ha mai aiutato a capire come farla?

Il percorso richiede una profonda messa in discussione di sé stessi per capire le proprie dinamiche interiori e non è detto vada a buon fine. Spesso conosciamo bene i nostri punti di debolezza e i problemi che dobbiamo affrontare. Ci ripetiamo costantemente le nostre mancanze, ma non ci fermiamo a ragionare sui nostri punti di forza, sui nostri piani B per ricominciare a dare un valore alla vita di tutti i giorni.
Il percorso che faremo assieme comprende una fase di comprensione del problema, in cui assieme andremo a renderci conto della gravità e delle possibilità di intervento; valuteremo la necessità di un supporto ambulatoriale, farmacologico o residenziale considerando e approfondendo tutte le possibili alternative in modo sartoriale e condiviso. Tu rimani al centro.
Successivamente inizieremo a ragionare assieme riguardo al cambiamento, proveremo diverse strategie e sulla base dei risultati modificheremo il percorso con il fine di raggiungere i tuoi obiettivi.
Psicologo Marco Zuccon - Psicologo online e in presenza.


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