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Lutto adolescenziale: perché crescere significa anche lasciare andare l’infanzia

Aggiornamento: 2 giorni fa


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Quando si parla di adolescenza, si pensa spesso a una fase di ribellione, confusione e sbalzi emotivi. Tuttavia, pochi riconoscono che uno degli aspetti più delicati e profondi di questa fase è un vero e proprio lutto psicologico: la perdita dell’identità infantile.

L’adolescente, nel passaggio verso l’età adulta, è chiamato ad abbandonare l’immagine di sé come bambino, insieme a tutte le sicurezze affettive e cognitive che vi erano associate. Questo non avviene in modo lineare, né indolore. La crescita impone una riorganizzazione del Sé, che comporta nostalgia, ambivalenza, insicurezza. L'infanzia non viene semplicemente "superata", ma viene elaborata, simbolicamente sepolta e in parte trasformata.

Nel mio lavoro clinico incontro spesso adolescenti che sembrano bloccati: non riescono a proiettarsi nel futuro, ma nemmeno si sentono più a casa nel passato. È in questo spazio intermedio, questo "tempo sospeso", che si manifesta il lutto adolescenziale.

La terapia, in questi casi, non ha il compito di forzare il cambiamento, ma di offrire uno spazio in cui sentire e nominare ciò che si sta perdendo, per poter davvero accogliere ciò che sta nascendo.

Accettare il lutto dell'infanzia non significa rinnegare il bambino che si è stati, ma riconoscere che quell’identità non basta più a contenere ciò che si sta diventando. È un processo delicato, ma essenziale per una crescita emotiva autentica.




Psicologo Marco Zuccon - Psicologo online e in presenza.

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